Acqua nel vino: Unione italiana vini a Roma da Patuanelli «per fare chiarezza»

Abbona annuncia battaglia alle «speciose polemiche», in vista della discussione della Pac a Bruxelles

Primo obiettivo: «Fare chiarezza». Secondo: «Agire tempestivamente». Il presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona, sgombra il campo dalle polemiche sul vino dealcolato. E, soprattutto, sulla ventilata possibilità di un avallo dell’Ue all’aggiunta di acqua nei mosti.

«Chiederemo un incontro al ministro Patuanelli – annuncia Abbona – perché la questione è stata interpretata malamente». Se la prende anche con la politica, il numero uno di Uiv intervenuto in mattinata al Food Industry Summit del Sole 24 Ore. «Siamo molto distanti, addirittura contrari a molte posizioni politiche che sono state espresse in Italia negli ultimi giorni».

Le polemiche che abbiamo sentito sono proprio speciose – ha commentato Abbona – in tutta Europa si può dealcolare sino al 20% dei vini generici, varietali. La polemica nasce dal fatto che non è stato letto il dispositivo in discussione».

«Anche nell’ipotesi in cui si aggiunga acqua – ha aggiunto – si tratta di quella endogena del vino, ovvero quella che si estrae insieme all’alcol. Quindi viene rimessa quell’acqua che, altrimenti, creerebbe degli scompensi. L’aggiunta di acqua è assolutamente fuori da questo contesto».

LA POSIZIONE DI UIV SUI VINI DEALCOLATI

Secondo Unione italiana vini, peraltro, quella dei vini dealcolati è «un’opportunità, non solo di mercato», che l’Italia non dovrebbe lasciarsi sfuggire. Diverse le ragioni.

«Questa tipologia – ha sottolineato Abbona – può soddisfare quel 70% di persone al mondo che beve bibite analcoliche. Vogliamo toglierla dal mondo del vigneto, agricolo e darla in mano alle multinazionali? Noi preferiamo lasciarla nell’ambito delle industrie e delle cantine vitivinicole».

Sempre seconda Abbona, l’Italia avrebbe un asso nella manica, «diverso dal business». «In particolare nel nostro Paese – ha spiegato – ma anche un po’ in tutta Europa, il mondo del vino ha delle certificazioni, dei controlli e delle strutture che danno delle garanzie al consumatore di gran lunga superiori rispetto ad altre filiere industriali»

E questo è importantissimo: non si tratta di dealcolare i vini Dop e Igp, ma di dare la possibilità di dealcolare i vini generici, da tavola, che paradossalmente sono gli stessi per i quali si chiede la distillazione, perché in eccesso rispetto alle richieste di mercato».

Bruxelles, nelle ultime ore, avrebbe infatti mosso un passo indietro rispetto alla posizione iniziale, che interessava anche i vini a Denominazione e a Indicazione geografica protetta.

L’incontro con il ministro Stefano Patuanelli servirà dunque «per chiarire quelli che riteniamo essere i veri controlli della questione e far sì che la linea che tutti gli imprenditori del vino condividono sia condivisa anche dalle nostre istituzioni».

«A fine mese, a Bruxelles – ha concluso Ernesto Abbona – si parlerà della riforma della Pac. In questo ambito, la riforma dei vini dealcolati sarà al centro del confronto. Dobbiamo affrontare la questione tempestivamente, correttamente, su una base di norme già esistenti, interpretate malamente».

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